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Via libera al regolamento sul ripristino della natura, tassello del Green Deal

24 Giugno 2024

Un’approvazione che avrà effetti immediati poiché, trattandosi di un regolamento, le nuove norme entreranno in vigore da subito.

Il regolamento, che avrà una revisione con eventuali correttivi nel 2033, stabilisce requisiti specifici per i diversi tipi di ecosistemi, compresi i terreni agricoli, le foreste e gli ecosistemi urbani.

GLI OBIETTIVI

Il ripristino della natura dovrà avvenire in una serie di ecosistemi terrestri, costieri e di acqua dolce, compresi zone umide, formazione erbose, foreste, fiumi e laghi, nonché ecosistemi marini, compresi praterie marine, banchi di spugne e banchi coralliferi.

Ogni Stato membro dovrà provvedere a pulizia, bonifica, rimboschimento, messa in sicurezza degli ambienti inseriti nei piani nazionali, che saranno basati su indicatori di biodiversità. Questi piani dovranno essere presentati alla Commissione europea, dimostrando come raggiungere gli obiettivi e monitorando i progressi.
Ambiziosi anche gli obiettivi, che sono vincolanti:

  • entro il 2030 recuperati al 30% gli habitat,
  • entro il 2040 recuperati al 60% gli habitat,
  • entro il 2050 recuperati al 90% gli habitat.

3 INDICATORI

Le misure messe in atto dagli Stati membri per gli ecosistemi agricoli, dovranno migliorare almeno 2 indicatore su 3:

  • la popolazione delle farfalle di prato,
  • lo stock di carbonio organico nei terreni coltivati
  • la superficie di terreni agricoli con caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità.

A questo si aggiungono obiettivi con scadenze ben precise per aumentare l’indice dell’avifauna e il contrasto alla cementificazione: due misure chiave del regolamento. Infatti, il regolamento chiarisce che Non dovrà esserci perdita di spazi verdi urbani fino alla fine del 2030.
Gli Stati membri metteranno in atto misure volte a ripristinare le torbiere drenate, riumidificandole, e a contribuire, a livello dell’UE, a piantare almeno tre miliardi di alberi aggiuntivi entro il 2030. Inoltre, si dovranno riportare a flusso libero almeno 25.000 km di fiumi entro il 2030, rimuovendo le barriere artificiali che vincolano le acque superficiali.