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Le ricorrenze si avvicinano: il punto sul florovivaismo ornamentale

11 Dicembre 2023

di Renato Ferretti

Il florovivaismo italiano a causa delle crisi determinate dalla globalizzazione degli scambi si è dovuto reinventare perdendo terreno sui fiori recisi, a causa della concorrenza spesso sleale di produzioni, poco etiche e che non rispettano le stringenti normative ambientali nazionali. Ciò è stato possibile inventandosi nuovi percorsi nelle piante in vaso, da esterni, nelle fronde, etc., riemergendo come paese protagonista nello scenario delle produzioni florovivaistiche, nonostante le difficoltà provocate al settore dalla chiusura di molte destinazioni per pretestuose motivazioni fitosanitarie.

Il perdurare della crisi energetica si riversa non solo sui costi di riscaldamento delle serre, ma anche su carburanti per la movimentazione dei macchinari, sui costi delle materie prime, fertilizzanti, vasi e cartoni. Il rincaro dell’energia non risparmia fattori fondamentali di produzione come i fertilizzanti con aumenti che vanno oltre il 100%, alle torbe con un +20% mentre per gli imballaggi gli incrementi colpiscono dalla plastica per i vasetti (+72%) al vetro fino alla carta, In molti casi perdura la difficoltà di reperimento e si allungano anche i tempi di consegna

Ciò nonostante nel 2022 il valore della produzione del verde ‘made in Italy’ ha superato i 3100 milioni di euro: il dato più alto della serie storica dell’ultimo decennio addirittura ben quasi il 30% rispetto al dato minimo del 2016 di 2450 milioni di euro (fonte: Istat).

Per quanto riguarda le esportazioni  di  prodotti  florovivaistici l’Italia con oltre 1200 milioni  di euro è seconda solo all’Olanda. L’export è così distribuito 780 milioni dalle piante ornamentali e vivaismo (esclusi gli alberi da frutto e arbusti, che valgono 90 milioni), da 300 milioni delle piante in vaso, da 170 milioni derivati da fogliame, rami, muschi, licheni, ecc., recisi, freschi o trattati e da 135 dei fiori recisi.

L’andamento positivo dell’export garantisce il saldo positivo bilancia commerciale. I 27 Paesi dell’UE sono il principale mercato di sbocco dei prodotti italiani (ca 80%).

In termini di produzione internazionale, il valore mondiale alla produzione di fiori,piante ornamentali e vivaismo è stimato in 53000 milioni di euro. Il valore alla produzione UE di fiori, piante ornamentali e vivaismo è stimato in 21400 milioni di euro.

Da rilevare che continuano ad esserci spazi importanti a livello nazionale, il nostro paese ha infatti una delle spese procapite più basse con meno di 40 € all’anno spesi in piante e fiori, si pensi che in Francia siamo a 96 € ed in Germania ed Inghilterra superiamo abbondantemente i 100 €. A ciò va aggiunta una pubblica amministrazione che ancora stenta a lanciare un sostanziale e concreto programma d’investimenti nel verde pubblico, nonostante le ingenti risorse disponibili sul PNRR solo 330 milioni sono stati destinati alla cosidetta forestazione urbana e per ora sono più le difficoltà procedurali che i fatti concreti. Quindi è evidente che per il vivaismo ornamentale in particolare, ma anche per quello forestale, ci sono ampi spazi di crescita.

Il quadro internazionale

Nel mondo, secondo le stime Eurostat, il valore alla produzione di fiori e piante ornamentali (esclusi i vivai) è di 25000 milioni di euro (1462 milioni quello italiano), generati da 300 000 imprese del settore su una superficie di 680.000 ettari. A questi numeri si sommano quelli del vivaismo: 28000 milioni di valore alla produzione (in Italia 1678 milioni di €) e 61.000 imprese.

Il valore europeo alla produzione di fiori e piante ornamentali (eslusi vivai), generato da 33.000 imprese su 55.000 ettari, è di 9400 milioni – 10 volte tanto le produzioni africane e quasi il doppio di quelle nordamericane (Eurostat, AIPH).

La produzione asiatica è trainata dalla Cina, che oscilla tra i 7000 e gli 8000 milioni di euro. Nel caso asiatico, gli ettari dedicati alle produzioni di fiori e piante ornamentali superano 520.000 (India e Cina guidano la classifica mondiale in tal senso) e vedono impegnate quasi 100.000 imprese.

In Sud America sono 45.000 gli ettari di terreno coltivati da 8.000 imprese che hanno generato 1600 milioni di euro di valore alla produzione.

Il valore del vivaismo europeo alla produzione è di 12000 € milioni, con 20.000 imprese del comparto stimate.