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Le produzioni vivaistiche e l’irrigazione

25 Maggio 2023

a cura di Renato Ferretti

La produzione vegetale richiede molta acqua. La quantità di acqua necessaria per produrre ció che mangiamo è enormemente superiore alla quantità di acqua che ci “accorgiamo” di adoprare quotidianamente nelle nostre case. È quindi un dato di fatto che l’agricoltura è di gran lunga il maggior utilizzatore di risorse idriche, anche in zone sviluppate come l’Europa.

In vista sia del naturale sviluppo dei consumi a livello continentale, sia delle possibili conseguenze del cambiamento di clima, l’utilizzazione sostenibile della risorsa deve tenere in conto due aspetti: quello della quantità e quello della qualità. Entrambi gli aspetti sono affrontati nella Direttiva Quadro sulle Acque, che identifica il “prezzo equo” (accoppiato a ordinamenti ad hoc) come il principale strumento per indirizzare lo sviluppo futuro dei consumi. La direttiva identifica anche obiettivi intermedi e strumenti specifici (individuazione di zone vulnerabili, controllo dell’adempimento) atti a garantire il raggiungimento dell’obiettivo dell’utilizzo sostenibile delle risorse idriche entro il 2030.

E’ quindi evidente che  in agricoltura e nel florovivaismo ornamentale in particolare sia necessario prestare attenzione al migliore utilizzo della risorsa idrica sia per limitare l’impatto ambientale dell’attività che per contenere il più possibile i costi di produzione.

Le più  moderne tecniche d’irrigazione consentono in buona parte di risolvere questo problema garantendo un idoneo equilibrio idrologico alle coltivazioni. Nel vivaismo ornamentale, con l’avvento in massa della coltivazione in contenitore, la questione è ancora più centrale. Infatti se i substrati artificiali per le colture in vaso possono essere ovviamente realizzati da tutte le parti il vero fattore limitante diventa, per le colture in contenitore, l’acqua che è ancora più determinante in quanto il substrato di coltivazione non è in stretta relazione con il suolo ed il sottosuolo e quindi non vi sono scambi diretti con la falda, ma l’acqua deve essere interamente aggiunta al substrato di coltivazione. Altrettanto è però da sottolineare che questo metodo di coltivazione è quello che consente maggiormente di ridurre i consumi unitari e di riciclare completamente l’acqua in esubero.

L’impianto di un vivaio di piante coltivate in contenitore presuppone la presenza di una appropriata disponibilità in acqua, particolarmente nel periodo estivo, affinchè si possa avviare il ciclo colturale.

La tecnica dell’irrigazione è stata oggetto nel secolo scorso, e particolarmente negli ultimi anni, di una grande evoluzione sia per i materiali impiegati che per le tecnologie adottate soprattutto in funzione del risparmio di acqua sia per esigenze di carattere ambientale che economico.

Infatti a causa degli alti prezzi d’uso dell’acqua d’irrigazione  ed anche per garantire la sostenibilità ambientale dei processi produttivi si devono ottimizzare i consumi di acqua in modo da rendere imprenditorialmente conveniente la produzione di piante ornamentali e socialmente e territorialmente sostenibile anche in funzione delle altre necessità.

La scelta del miglior sistema di irrigazione che consenta un certo risparmio idrico è un compito difficile, ma essenziale.

Negli ultimi anni i vivaisti hanno adottato diverse tecniche di risparmio idrico. Gli impianti di irrigazione a bassa-pressione/basso-volume, che usano degli ugelli tipo gocciolatori o micro-spruzzatori. Questi ugelli richiedono spesso soltanto 0,7 – 1,5 atmosfere di pressione e portate da 2 a 50 litri l’ora di acqua. Dove ci sono linee di distribuzione molto lunghe o terreni con dislivelli, sono disponibili anche ugelli auto-compensanti per garantire una erogazione uniforme dell’acqua..
Un altro vantaggio dei sistemi a bassa-pressione/basso-volume è la possibilità di iniettare dei fertilizzanti direttamente nell’acqua di irrigazione..
Gocciolatori o micro-spruzzatori hanno un’uscita molto più piccola degli irrigatori e quindi si possono otturare molto facilmente a meno che l’acqua non sia esente da sedimenti come l’acqua adeguatamente filtrata. La maggior parte delle acque di superficie, invasi o corsi d’acqua, deve essere filtrata usando un sistema di filtrazione a sabbia per evitare otturazioni degli ugelli. Tuttavia, i vantaggi di risparmio idrico, efficienza di distribuzione dell’acqua, possibilità di fertirrigare le piante ed aumento del tasso di accrescimento, forniscono rapidamente un ritorno più grande dei costi per la filtrazione.

Un altro sistema per limitare i consumi idrici è quello dell’irrigazione ciclica che consiste nell’applicazione dello stesso volume d’acqua in più volte, fornendo piccoli volumi che mantengono il substrato costantemente umido, ma non bagnato, favoriscono i movimenti laterali dell’acqua nel contenitore, riducono, tramite l’effetto climatizzante sulla chioma, la temperatura fogliare e diminuiscono notevolmente le perdite di acqua e la lisciviazione dei nutrienti. Alcune ricerche hanno anche evidenziato una crescita maggiore delle piante (fino al 40% di biomassa in più).

La subirrigazione capillare è basata sul movimento naturale dell’acqua dalla base del contenitore, più umida, verso la parte più superficiale del substrato, solitamente più secca. Fatta eccezione per i periodi di forte pioggia, la subirrigazione non determina né la lisciviazione del substrato, né, tantomeno, perdite per percolazione.

Oggi esistono sistemi come i “letti di sabbia” che non richiedono pompe, filtri, trattamenti all’acqua o contenitori per la raccolta né, tantomeno, valvole, temporizzatori, irrigatori, ecc., necessari per gli altri sistemi, generalmente i volumi irrigui richiesti sono notevolmente inferiori e, infine, assicurano un continuo rifornimento di acqua laddove essa è necessaria. Tutto ciò si traduce in una maggiore crescita delle piante ed in un’efficienza di uso degli apporti idrici maggiore rispetto agli altri sistemi.

I letti di sabbia sono normalmente costituiti utilizzando pareti di legno laterali. Un fondo in plastica, sabbia, un piccolo serbatoio, un tubo per il drenaggio ed una valvola di flusso. La sabbia, inoltre, contiene una riserva d’acqua che è utilizzabile, qualora il rifornimento idrico fosse temporaneamente interrotto.

Sono, tuttavia, da sottolineare alcuni problemi connessi all’uso di questo sistema e riconducibili alla presenza di infestanti, alla fuoriuscita delle radici dal contenitore ed alla fertilizzazione nei cicli colturali poliennali nello stesso contenitore.

Le ricerche condotte sia in Inghilterra, sia negli Stati Uniti, hanno dimostrato che con la stesura di teli trattati con rame sulla superficie del letto di sabbia, si possono notevolmente ridurre, se non addirittura eliminare sia la crescita delle infestanti che la fuoriuscita delle radici.

Un’importante pratica per conservare l’acqua nei vivai che coltivano le piante in contenitore è la raccolta dell’acqua che percola dei vasi e che non raggiunge le piante in modo da poterla riciclare facendola confluire, tramite una rete di fossetti di scolo e di canali raccoglitori, in un bacino di raccolta da dove, previo trattamento, viene pompata in un laghetto che funge da riserva d’acqua per la nuova irrigazione.

L’acqua di scolo può essere trattata, alfine di ridarle la qualità irrigua desiderata durante il trasferimento al bacino di distribuizione e comunque prima della sua reimmissione nell’impianto irriguo. Ciò alfine di eliminare patogeni e/o per migliorarne la qualità. In questo caso la miscelazione con acqua di pozzo, o, comunque, di qualità più elevata, migliora le caratteristiche dell’acqua e diluisce la concentrazione dei patogeni, dei sali minerali e dei pesticidi eventualmente presenti. I timori relativi a queste sostanze e alla loro potenziale pericolosità per le piante sono solo in parte giustificati e, comunque, qualsiasi problema (soprattutto riguardante la presenza di erbicidi od un eccesso di concentrazione salina), può essere evitato con un’adeguata gestione del sistema di riciclaggio.

La maggior parte dei vivaisti irriga fino ad innaffiare adeguatamente anche le piante più asciutte. Se l’acqua viene distribuita uniformemente, ne sarà richiesta una minor quantità per cui per risparmiare l’acqua occorre aumentare l’efficienza dell’impianto ed adottare tutte quelle tecniche che minimizzano il consumo assoluto.