Di Renato Ferretti
La produzione delle aziende florovivaistiche italiane era stata nel 2021 pari a 2,8 miliardi di euro, suddivisa in 1,3 miliardi per fiori e piante in vaso e 1,5 miliardi per i prodotti vivaistici (alberi e arbusti) con un consistente incremento rispetto al 2020 ed al 2019.
Il 2022 si stima che si sia chiuso con un consolidamento dei dati del 2020 e 2019 ma in leggera flessione rispetto al 2021 con una plv intorno ai 2,7 mld quindi con una contrazione stimata del 3% ma sempre superiore ai dati del 2019 che era stato il migliore anno del decennio scorso.
Il florovivaismo rappresenta circa il 5% della produzione agricola totale e deriva per il 45% dai comparti fiori e piante in vaso mentre il restante 55% da piante, alberi e arbusti destinati a parchi e giardini. Inoltre il settore raggruppa attività prettamente agricole, associate ad altre di carattere industriale, ed è composto a monte dai costitutori e i moltiplicatori di materiale di produzione, dalle industrie che forniscono i mezzi di produzione (vasi, terricci, fattori chimici ecc.), dalla meccanizzazione, ovvero industrie che producono serre, impiantistica e macchinari per la produzione, manutenzione e gestione; a valle dai grossisti e altri tipi di intermediari, dalle industrie che producono materiali per il confezionamento (carta, tessuti, materiali inerti ecc.) e dalla distribuzione al dettaglio. Quest’ultima si articola in centri di giardinaggio (Garden Center), centri del “Fai da Te” e G.d.O. e D.O. (Grande Distribuzione Organizzata e Distribuzione Organizzata). Quindi Il settore è fortemente integrato con il settore industriale e dei servizi.
Sul piano strettamente agricolo le imprese florovivaistiche iscritte al registro impreserisultano essere 13.633, di cui 7.942 afferiscono al codice ATECO 01.19.1 (coltivazione di fiori in piena aria); 1.948 al codice ATECO 01.19.2 (coltivazione di fiori in colture protette) e 3.772 al codice ATECO 01.3 (riproduzione delle piante). Quasi il 55% di queste imprese si concentra in quattro regioni: Liguria (2.604 az.), Toscana (1.895 az.); Lombardia (1.546 az.) e Campania (1.270 az.). Se guardiamo alle tipologie di produzione, la Liguria ha il primato delle aziende coltivazione di fiori in piena aria con 2.309 aziende, la Campania nella coltivazione di fiori in colture protette con 260 aziende e la Toscana con 1.132 per le aziende vivaistiche.
Per quanto riguarda il vivaismo ornamentale il fatturato del 2022 si è sostanzialmente stabilizzato sia per il mercato interno che estero. La domanda proviene principalmente dai paesi del Nord Europa (Olanda, Germania, Francia) con calo di quella proveniente dal blocco dell’Europa meridionale. Mentre dai paesi dell’Est Europa e Austria la domanda è sostanzialmente costante ed invece quasi inesistente quella proveniente da Russia e Medio Oriente. Significative sono invece le richieste dei paesi ex URSS dell’area asiatica.
Dal punto di vista delle richieste del mercato occorre evidenziare che scarseggiano le piante di medio-grandi dimensioni che necessitano di un periodo di coltivazione lungo e quindi investimenti prolungati poco compatibili con l’attuale sistema finanziario. Ma in conseguenza della crescente domanda cominciano a mancare anche le giovani piante e le piante forestali. In generale, le piante più richieste si confermano le sempreverdi, le piante a forma, gli arbusti ornamentali, le rose e le piante da frutto di cui ormai sono in via di esaurimento gli stock.