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Il florovivaismo a oltre un anno dall’inizio della pandemia: nuovi scenari e domanda in crescita

28 Aprile 2021

Come ha reagito alla pandemia il settore del florovivaismo? Quali le tendenze e le dinamiche in atto? A 14 mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria Renato Ferretti, presidente del Comitato Tecnico Scientifico di Flormart, traccia un’approfondita analisi della situazione. Un utile contributo di riflessione che mettiamo a disposizione qui di seguito e si iscrive nel percorso che accompagna la nostra community nella “lettura” delle evoluzioni in atto, anche attraverso le rilevazioni dell’Osservatorio Flormart Green City Report.

di Renato Ferretti

L’andamento del settore florovivaistico si discosta molto da quello dell’economia in generale e si diversifica al suo interno fra la floricoltura ed il vivaismo ornamentale.

Per quanto riguarda l’andamento generale dell’economia il 2020 si chiuderà con una caduta del PIL intorno al 13%. Gli effetti di questa crisi, sommati a quelli della crisi del 2008, hanno riportato il PIL procapite sotto i livelli del 1995. La crisi attuale è ancora più grave della precedente, non solo per la sua maggiore intensità, ma anche perché la sua origine è esogena al mondo dell’economia per cui la sua soluzione può venire solo dall’esterno, in particolare con la sconfitta del virus. Ciò ha fatto sì che siano molte le attività che hanno subito – e continuano a subire – drastiche riduzioni dei propri fatturati non per omissioni o errori da parte loro, ma perché in questa fase sono le stesse regole di mercato ad essere state sospese dall’emergenza sanitaria. Poiché superata l’emergenza le regole di mercato torneranno ad operare, è necessario che le attività produttive rimangano vive per essere in grado di riprendere la propria attività.

Per lo specifico dell’agricoltura i dati disponibili confermano cadute del settore agricolo e agroalimentare meno pesanti di quelle avvertite da altri settori. In generale si è registrato un calo di circa l’1% per l’occupazione con dinamiche migliori rispetto a quelle del resto dell’economia.

FIORI RECISI E PIANTE FIORITE: PESA LO STOP ALLE CERIMONIE

Per quanto riguarda il florovivaismo siamo di fronte ad una situazione che ha visto perdite differenziate perché nel primo periodo di lockdown soprattutto i prodotti stagionali sonostati irrimediabilmente persi, una situazione che è perdurata anche successivamente per i fiori recisi e per le piante fiorite anche a causa dell’impossibilità di organizzare cerimonie e del sostanziale annullamento delle ricorrenze. A spingere il settore sono le esportazioni, soprattuttoper il settore dei fiori e piante in vaso, ed il ritorno alla cura di giardini e dei balconi per il reciso sul fronte nazionale.

Il VIVAISMO ORNAMENTALE: DOPO IL TONFO DI UN ANNO FA UNA DECISA RIPRESA

Per quanto riguarda il vivaismo ornamentale, dopo la grande paura del marzo e aprile scorsi la situazione è piano piano migliorata e nella seconda parte dell’anno è stato quasi interamente recuperato il fatturato perso nella primavera. Segnali di vivacità sono arrivati del mercato interno, con una domanda proveniente principalmente dai garden center, ma hanno iniziato ad attivarsi anche i Comuni con le misure che diverse Regioni (Toscana, Emilia, Lombardia, ecc.) hanno messo in campo per il contrasto al cambiamento climatico. Positive anche le dinamiche per i mercati esteri con i fatturati che alla fine si sono sostanzialmente allineati con quelli del 2019. La domanda proviene principalmente dai Paesi del Nord Europa (Olanda, Germania, Francia) mentre nel complesso si registra un calo di quella proveniente dal blocco dell’Europa meridionale. se dai paesi dell’Est Europa e Austria la domanda si è mantenuta sui livelli del 2019, è risultata quasi inesistente quella proveniente da Russia e Medio Oriente. 

IL NODO: LA SCARSITA’ DELL’OFFERTA

Dal punto di vista delle richieste del mercato occorre evidenziare che cominciano a scarseggiare le piante di medio-grandi dimensioni che necessitano di un periodo di coltivazione lungo e quindi investimenti prolungati poco compatibili con l’attuale sistema finanziario. Ma in conseguenza della crescente domanda cominciano a mancare anche le giovani piante e le piante forestali. Alcune specie di piante come: Acer Campestre, Aceri giapponesi, Pyrus Calleriana, Cercis Siliquastrum, Albizia Julibrissim, Prunus spp., Osmanthus spp., Liriodendron tupulifera e Quercus cominciano ad essere delle vere rarità. In generale, le piante più richieste si confermano le sempreverdi, le piante a forma, gli arbusti ornamentali, le rose e le piante da frutto di cui ormai sono in via di esaurimento gli stock.