di Renato Ferretti
L’agricoltura si trova sempre più ad affrontare degli scenari economici, sociali e ambientali in rapida evoluzione che la obbligano a individuare innovazioni tecnologiche atte a:
• mettere a punto sistemi colturali a basso impatto ambientale e a costo ridotto, attraverso l’impiego di strumenti per il controllo automatico della distribuzione di tutti i fattori di produzione a logorio totale, con particolare riguardo ai potenziali inquinanti (fertilizzanti e fitosanitari);
• attuare, da parte della direzione dell’impresa agricola, forme di gestione proattiva dei processi, con conseguenti incremento della produttività del lavoro e riduzione dei costi di produzione;
• creare condizioni manageriali che favoriscano, attraverso una gestione attenta della tracciabilità dei prodotti, la messa in essere di forme di certificazione della qualità.
Tutto questo al fine di ottenere un’agricoltura sostenibile in termini ecologico-ambientali e di compatibilità economica. Non solo ma anche alfine di aumentare la produttività per unità di superficie riducendo gli apporti esterni.
L’agricoltura di precisione è una strategia gestionale dell’agricoltura che si avvale di moderne strumentazioni ed è mirata all’esecuzione di interventi agronomici tenendo conto delle effettive esigenze colturali e delle caratteristiche biochimiche e fisiche del suolo.
Così il processo produttivo non è più visto solo come una conversione energetica di fattori iniziali, come nel caso dell’impiego delle sole tecnologie meccaniche, in cui il lavoro fisico interviene come unico motore della trasformazione stessa, ma a fianco dell’elemento energetico sono necessari altri due fattori fondamentali: l’Informazione ed il controllo.
Quindi si va oltre la meccanizzazione delle operazioni ed all’interno di un ciclo di controllo completo la parte di lavoro meccanizzato, che richiede energia di processo, viene messa a contatto con un sistema di segnali che seguono il processo di trasformazione tangibile in modo parallelo. In definitiva il processo produttivo è rappresentabile da una parte materiale (sottoposta a trasformazione energetica) e da una parte immateriale (di elaborazione di segnali).
Insomma siamo di fronte ad una serie di metodologie, analisi, processi, per la gestione sito – specifica dei sistemi colturali e dei relativi processi produttivi. Che in pratica significa: considerare i sistemi colturali non come grandi insiemi ma come piccole entità con comportamenti diversi. Ecco che in uno stesso campo possiamo trovare condizioni di suolo, meteorologiche, di esposizione solare, di topografia anche molto differenti tra loro, soprattutto nelle situazioni geomorfologiche del nostro paese.
Se questo vale per l’agricoltura specializzata, vale a maggior ragione per il vivaismo ed in specie il vivaismo di piante ornamentali dove le variabili ambientali s’intrecciano con le variabili dovute alle diverse specie coltivate in appezzamenti contigui ed ecco in specie per il vivaismo ornamentale in pieno campo che forse non è fuori luogo parlare di vivaismo di precisione.
Possiamo immaginare di applicare le tecniche già in uso nell’agricoltura specializzata e di precisione per massimizzare la resa agricola, e di conseguenza dei profitti che in questo caso vuol dire ridurre i tempi di coltivazione ed aumentare la produttività per unità di superficie. Ma vuole anche dire guardare con una visione innovativa e moderna alla sostenibilità delle coltivazioni in modo da utilizzare gli apporti di prodotti chimici (in particolare agro farmaci e fertilizzanti) secondo le reali necessità delle piante nei diversi appezzamenti e nelle diverse tipologie senza basarsi sulle stime, perché sono le piante stesse a dirmi di cosa hanno bisogno.
Si possono così evitare trattamenti inutili, che possono rivelarsi dannosi e inquinanti, ma anche ridurre i costi e migliorare la qualità dell’ambiente di lavoro e del nostro prodotto.
Il vivaismo ornamentale non può rimanere fuori da questa evoluzione. Deve dunque attrezzarsi in virtù delle sue esigenze specifiche per utilizzare pienamente e con profitto tutte le diverse tecnologie innovative di monitoraggio delle diverse aree: sensori a terra, stazioni meteorologiche, sensori di caratterizzazione del suolo e vari strumenti di telerilevamento, come immagini satellitari o immagini scattate in volo da droni. Ma non solo anche i sistemi ottici a terra, le pistole che monitorano la temperatura, i sensori che rilevano l’infrarosso, in pratica un intero set di sensori che raccolgono dati su un determinato appezzamento e che arrivano a un livello di precisione capace di fornire informazioni anche sulla singola pianta. Tutto ciò per definire quali siano le esigenze per una determinata pianta, o una microarea, trattando in modo selettivo l’appezzamento.
Ogni dato raccolto è geolocalizzato, infatti sono tutti rilevati usando il gps. Questo vuol dire che poi, dopo essere stati trasmessi ed elaborati, questi dati possono essere comunicati ai trattori ed alle varie applicazioni meccaniche, che servendosi a loro volta del gps possono distribuire più o meno concime o agrofarmaci in una zona rispetto ad un’altra.
Le potature sono una delle pratiche più importanti per produrre delle ottime piante ornamentali, immaginiamo cosa si potrebbe fare se anche per questo settore si potesse disporre di una macchina a ciò preposta in modo intelligente. Non è fantascienza. In Francia, nella viticoltura, hanno sviluppato un trattore con annessa tecnologia specifica, in grado di operare potature differenziate in base ai dati raccolti. La macchina con queste informazioni sa dove potare più o meno una pianta.
E’ ovvio che questi scenari particolarmente innovativi ed ambiziosi, non possono essere affrontati ne da singole aziende e nemmeno da singoli ricercatori. Per questo occorre una forte coesione da parte degli operatori ma anche una strategia di collaborazione fra più strutture di ricerca sia pubbliche che private.
Concludo con due vecchi proverbi delle nostre campagne: “non si finisce mai di imparare” e “chi si ferma è perduto”. Sono due detti molto saggi che ognuno di noi dovrebbe tenere sempre a mente se non vogliamo perdere i vantaggi competitivi che abbiamo sempre avuto e che da qualche tempo stanno venendo meno.